La Corte di Cassazione (nella recente sentenza Cassazione Penale n. 7875/2022) è tornata ad approfondire il tema delle “responsabilità penali in azienda” e la disciplina della “delega di funzioni” in ambito alimentare, affrontando un caso relativo alla messa in commercio di sostanze alimentari con cariche macrobiotiche superiori ai limiti consentiti.

Il Giudice del primo grado di giudizio ha ritenuto che il responsabile vada individuato nel soggetto apicale dell’azienda (il legale rappresentante di un’azienda di ampie dimensioni), piuttosto che nel soggetto responsabile della qualità e sicurezza alimentare, in assenza di una specifica delega di funzioni scritta o orale.

La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di condanna e ha ribadito che la delega di funzioni, anche in realtà aziendali di ampie dimensioni, può anche essere conferita oralmente ma deve essere provata in modo certo e inequivocabile.

Infatti, nel caso specifico, è mancata la prova del conferimento della delega, benché orale.

Vale da ultimo segnalare che, tra gli elementi indiziari raccolti nel processo, la retribuzione percepita dal responsabile della qualità e sicurezza alimentare (soggetto asseritamente delegato) è stata ritenuta eccessivamente esigua per poter essere compatibile con le responsabilità che la delega avrebbe comportato.

avv. Christian Cerutti

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